il Nero di Troia 3Vi della Cooperativa Vino Nuovo

 

Il nome Nero di Troia probabilmente viene proprio dalla città di Troia, perché sembra che questo vitigno sia di origine turca, portato con le varie invasioni. Il suo grappolo è abbastanza spargolo, L’acino bello tondo.

La caratteristica del Nero di Troia è di avere una gradazione non eccessivamente elevata, un giusto equilibrio con l’acidità, così che si presti bene a fare sia dei rossi freschi che dei rosati. Infatti, attualmente il Nero di Troia 3Vi Rosato è  l’unico rosato della linea della Cooperativa Vino Nuovo.

I Nero di Troia 3Vi sono prodotti in Puglia da Claudio Sgarro e i soci 3Vi, questo è il  nome dell’azienda pugliese socia della Cooperativa.

L’azienda si trova a Carapelle, in provincia di Foggia. I vitigni sono coltivati in una zona pianeggiante dove le produzioni sono state sempre molto importanti. E’ una zona dove si produce molto, ma qui, con le tecniche della Vini di Luce, i soci della NOUS – Cooperativa Vino Nuovo hanno cominciato, già da 4 o 5 anni, a ridurre notevolmente la produzione. E’ sempre comunque una produzione generosa, ma mai come quella media della zona. Questo permette di avere una maturazione ottimale delle uve e anche una discreta quantità per fare questi vini più freschi, ma pur sempre mantenendo una nota mediterranea molto interessante.

Ecco, la caratteristica del vino Nero di Troia 3Vi sono queste note mediterranee, la bella presenza di frutto mediterranea, con tannicità che non è mai eccessiva e questa alcolicità che richiama molto la beva, perché 12,5% Vol. massimo 13% Vol. per un vino rosso o addirittura 12% Vol. per un vino rosato del sud non è molto facile trovarlo, perché si tende sempre a gradazioni molto elevate.

Quindi, c’è un 3Vi Nero di Troia Rosso e 3Vi Nero di Troia Rosato. Il rosato viene vinificato completamente in bianco per circa il 50-60% e una parte fa solo una notte di contatto con la buccia. E il suo colore è un rosa moto tenue, dipende anche dalle annate, e il suo profumo è particolarmente fruttato e il gusto spicca per la grande mineralità.

E questo è dovuto al terreno di Carapelle che pur essendo in pianura fa vedere la presenza di roccia calcarea, che è il disfacimento del Gargano che si trova a pochi chilometri in linea d’aria.

La forma di allevamento adottata è il tipico tendone pugliese che permette anche una gestione biologica del filare perché il sesto d’impianto è uguale tra filare e interfilare, quindi si riesce a passare comodamente vicino al ceppo. Tra i filari non si fa diserbo, questa è tipico dei vigneti coltivati col metodo Vini di Luce, perché le giuste piante riequilibrano il terreno e riportano gli insetti utili nel vigneto.  Il tendone pugliese, se gestito in una maniera corretta, può dare interessanti produzioni, è quello che stiamo facendo qui.

Insieme al Nero di Troia viene coltivata anche una piccola porzione di Montepulciano utilizzato per fare un rosso che viene tagliato con un po’ di Nero di Troia. Il Montepulciano gode di una maturazione più intensa e quindi dà un po’ più struttura e morbidezza al Nero di Troia.

Questo equilibrio naturale tra terreno e ambiente ci ha permesso di produrre questo vino che sta ottenendo ottimi risultati anche dal punto di vista commerciale sia in zona che all’estero. E molti ristoranti, anche dell’alta ristorazione, hanno apprezzato questa valorizzazione. Anche perché, a detta di molti assaggiatori, Nero di Troia fatti in modo naturale e gestiti con tecniche precise, come quelle che consiglia la Vine di Luce, e che i soci della Cooperativa applicano, non sono molto facili da trovare.

Ci auguriamo che questo progetto prenda sempre più piede e devo dire che già al secondo anno abbiamo raddoppiato la produzione di vino, non per quanto riguarda la resa delle piante, ma per quanto riguarda maggiore vino destinato alla bottiglia invece che al mercato della vendita dell’uva, sostanzialmente.

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